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TUMORE DELL’ESOFAGO

COSA È IL TUMORE DELL’ESOFAGO

L'esofago è il condotto attraverso cui gli alimenti che ingeriamo passano dalla bocca allo stomaco.
Ha una lunghezza di circa 25-30 centimetri ed ha pareti interne rivestite di tessuto mucoso e circondate esternamente da tessuto muscolare. La contrazione peristaltica all'atto della deglutizione, spinge il cibo verso il basso in direzione dello stomaco, al quale l’esofago è congiunto con una valvola detta cardias, che permette la discesa del cibo, impedendogli di risalire.
Il tumore dell'esofago è dovuto alla crescita incontrollata delle cellule che rivestono internamente quest’organo; i due principali tipi di cancro dell'esofago sono il carcinoma squamoso e l’adenocarcinoma.
Si sviluppa nella maggior parte dei casi dopo i sessant'anni, anche se ultimamente ne sono colpiti pazienti sempre più giovani.
Poiché si tratta di una forma di cancro molto aggressiva, la mortalità è generalmente elevata.
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Quali sono i fattori di rischio?

I principali fattori di rischio per lo sviluppo di questa neoplasia sono il fumo e l'alcool (soprattutto per il tipo squamoso), l'obesità, la malattia da reflusso gastro-esofageo e l’esofago di Barrett (condizione in cui la normale mucosa squamosa pluristratificata dell'esofago tubulare distale viene sostituita da epitelio cilindrico in risposto al reflusso gastro-esofageo cronico) per l’adenocarcinoma.

QUALI SONO I SINTOMI?

Quasi sempre i sintomi iniziali del tumore dell'esofago sono la perdita progressiva di peso preceduta dalla disfagia, cioè dalla difficoltà a deglutire, che di solito compare in modo graduale, prima per i cibi solidi e poi per quelli liquidi. Frequentemente dopo l’alimentazione, che con l’andare del tempo tende a ridursi sempre più, si associa vomito precoce. La deglutizione può anche essere dolorosa, nel caso di tumori ulcerati. Questi sintomi sono riferiti dal 90 per cento circa dei pazienti.

Nei casi più avanzati la crescita del tumore può provocare un calo o un’alterazione del tono di voce perché coinvolge i nervi che governano la mobilità delle corde vocali; inoltre sono frequenti tosse insistente (da rigurgito di liquidi o cibo nelle vie aeree), talvolta dolore retro-sternale o vomito ematico.

In alcune forme di tumore si riscontra un ingrossamento dei linfonodi ai lati del collo e sopra la clavicola, o la presenza di liquido nel rivestimento del polmone (versamento pleurico) che condiziona la comparsa di dispnea (difficoltà a respirare).

COME TRATTIAMO IL TUMORE DELL’ESOFAGO

VISITA PER L'INTERVENTO

La visita costituisce un elemento essenziale per visualizzare eventuali immagini radiologiche eseguite e discutere:
  • l’indicazione o meno ad un intervento chirurgico;
  • l’approccio integrato con l’oncologia toracica (tutti i casi da noi trattati vengono discussi in un meeting interdisciplinare – tumor board – per scegliere la terapia più giusta per ogni paziente); spesso il trattamento chirurgico di questa patologia viene preceduto da un trattamento integrato di chemio e radioterapia che si è dimostrato efficace nel ridurre la possibilità che il tumore si ripresenti dopo la chirurgia;
  • la tipologia di intervento da eseguire.
Le risposte a queste domande sono legate alle caratteristiche del tumore ed alla sua estensione. Il paziente, inoltre, sarà informato sulle complicanze più frequenti legate all’intervento.
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PREPARAZIONE ALL’INTERVENTO DI TUMORE DELL’ESOFAGO

Una volta programmato il tipo di intervento chirurgico sulla base degli esami TC e/o PET si esegue una preospedalizzazione dove vengono eseguiti gli esami del sangue, l’elettrocardiogramma con eventuale consulenza cardiologica, la visita con l’anestesista e spesso anche una consulenza con il nutrizionista perché è fondamentale arrivare all’intervento con un buono stato nutrizionale per diminuire la possibilità di complicanze.

ANESTESIA

L’anestesia in chirurgia toracica, come per tutte le branche chirurgiche, merita grande attenzione e scrupolosità.Ogni Paziente che decide di sottoporsi all’intervento viene studiato dall’equipe anestesiologica per decidere quale anestesia debba essere utilizzata rispettando ed utilizzando il massimo degli standard in termini di sicurezza e professionalità, viene spesso associato all’anestesia un blocco antalgico per il controllo del dolore postoperatorio.

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L’INTERVENTO DI TUMORE DELL’ESOFAGO

Le opzioni terapeutiche attualmente disponibili per il trattamento del cancro dell'esofago sono:
  • la mucosectomia endoscopia (tumore in situ e T1 mucoso);
  • la chirurgia;
  • la radioterapia;
  • la chemioterapia;
  • la chemio e radioterapia in associazione;
  • il trattamento endoscopico palliativo – posizionamento di endoprotesi per consentire al paziente di alimentarsi.
La chirurgia varia a seconda della sede e dell’estensione della malattia, ma consiste essenzialmente nell'asportazione dell'esofago con un intervento che prende il nome di esofagectomia. Il chirurgo congiunge quindi il moncone sano residuo con lo stomaco in modo da consentire al paziente di alimentarsi. Tale intervento può necessitare mediamente di due o tre accessi chirurgici e sempre più spesso viene eseguito in con tecniche mini-invasive. È necessario accedere alla cavità toracica, generalmente quella destra per la liberazione dell’esofago dalle strutture circostanti insieme con i linfonodi locoregionali e generalmente ciò avviene con tecnica VATS, alla cavità addominale per la preparazione dello stomaco che dovrà essere traslato in torace attraverso lo iato esofageo intero o tubulizzato a seconda della scelta del chirurgo e delle condizioni anatomiche; anche questo accesso può essere portato a termine con tecnica mini-invasiva in laparoscopia e infine, in base alla sede del tumore, si deve decidere se effettuare la ricostruzione della continuità intestinale a livello del torace (al di sopra del livello della vena Azygos) o a livello del collo per i tumori del terzo superiore e medio effettuando così un terzo accesso cervicale sinistro. L’intervento si svolge in anestesia generale ed ha una durata molto variabile a seconda della sede del tumore e della sua estensione.
A seconda della tecnica chirurgica utilizzata, degli approcci e delle condizioni generali del paziente la degenza post-operatoria va dai 5 ai 10 giorni.

DECORSO POST-OPERATORIO ALL’INTERVENTO DI TUMORE DELL’ESOFAGO

Il paziente dopo una sosta in sala risveglio, viene nella maggior parte dei casi, inviato nel reparto di degenza anche se l’anestesista può talvolta, in base alle condizioni generali del paziente decidere per un passaggio in Terapia Intensiva dove il paziente potrà essere svegliato più lentamente con una attenta monitorizzazione di tutti i parametri. Verrà instaurata una nutrizione parenterale per qualche giorno ed invitato il paziente ad eseguire una ginnastica respiratoria per ridurre al minimo le complicanze e la sua degenza post operatoria. In IV o V giornata post-operatoria il paziente verrà sottoposto ad un controllo contrastografico di tenuta dell’anastomosi chirurgica che qualora risultasse nella norma darà il via ad una ripresa graduale dell’alimentazione per bocca.
Appena possibile, verrà rimosso il drenaggio chirurgico e il paziente potrà fare ritorno a casa. Al paziente verranno lasciati i recapiti telefonici per qualsiasi necessità e verrà rivisto in ambulatorio dopo circa 10 giorni per la rimozione dei punti di sutura.
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FAQ

Quali sono gli effetti indesiderati della chirurgia?

In alcuni pazienti lo stomaco può impiegare più tempo di prima per svuotarsi e ciò può causare nausea e vomito.

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